24x32 cm
144 pagine
108 fotografie in b/n
brossura
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Il 17 aprile 1996, nello Stato brasiliano del Pará, in un paese chiamato Eldorado (oh, sarcasmo) dos Carajás, 155 soldati della polizia militarizzata, armati di fucili e mitragliatrici, hanno aperto il fuoco su una manifestazioni di contadini che bloccavano una strada per protesta contro il ritardo nelle azioni legali di espropriazione delle terre, una finzione di riforma agraria che da cinquant’anni continua a essere annunciata, ma che, praticamente, non è mai uscita dalla carta. Sul suolo di Eldorado dos Carajás sono rimasti 19 morti, più un numero indeterminato di feriti. Tre mesi dopo, la polizia dello Stato del Pará, giudice in proprio, se n’è uscita dichiarando pubblicamente innocenti da ogni colpa i suoi 155 soldati, adducendo che avevano agito per legittima difesa, e, come se ciò non bastasse, ha richiesto un procedimento giudiziario contro tre dei manifestanti, per detenzione illegale di armi, insubordinazione e lesioni. Le armi erano tre pistole, oltre alle pietre e agli attrezzi agricoli. E' ampiamente noto che, già molto prima dell’invenzione delle armi da fuoco, le pietre, le falci e le picche erano state considerate illegali nelle mani di chi talvolta, dovendo reclamare terra e pane, si ritrovò davanti a spade, lance e alabarde. Al contrario di quel che generalmente si pensa, non c’è niente di più facile da capire della storia del mondo, che dicono complicata.
José Saramago
dall'introduzione del volume Terra, Contrasto, Roma (traduzione di Rita Desti)